… Ci ha lasciati un amico, un grande peruviano, ma soprattutto un italiano di cui essere fieri
Il 4 ottobre è mancato Luis Giampietri, un uomo a cui si attaglia benissimo un detto popolare: “Dio e il soldato, durante la carestia e la guerra vengono pregati, ma quando vi è la pace Dio è dimenticato e il soldato disprezzato”.
Un soldato, un combattente, che ha aperto al suo paese (e non solo) un ciclo di pace, e ci ha ricordato sino all’ultimo momento che quando si ottiene la pace, bisogna conservarla, anche ringraziando, almeno rispettando, quei “soldati” che l’hanno conquistata anche e soprattutto per tutti noi.
Una morale, quella dell’etica, dei valori, della dedizione agli ideali e alla Patria, quella dei servitori dello Stato sempre pronti, senza necessità di essere richiamati in servizio, convocati, incaricati, quasi pregati, senza chiedere nulla in cambio, fedeli a un giuramento che è per la vita.
Per questo e per fenomeni che continuano a ripresentarsi, l’argomento riguarda anche la nostra società, Luis Giampietri, è stato uno di noi, non solo uno di quegli italiani che rientrano nelle leggi di cittadinanza ma nella migliore accezione delle virtù (ce ne sono ancora?) italiane.
Un tempo si diceva che siamo un popolo di santi, navigatori ed eroi: non sappiamo se sia (già?) santo, per la sua fede, ma per tutto il resto Luis risponde ai canoni, e speriamo che finalmente abbia trovato pace e riposo e si sia potuto ricongiungere a chi gli era più caro, a colei che più aveva sofferto la sua condizione di combattente.
Se ne è andato dopo aver lottato duramente contro un male inesorabile e le conseguenze di una vita dedicata al servizio, se ne è andato lasciando un vuoto perché non potremo più godere di scambi quotidiani, di saggezza ma anche della forza di un combattente indomito, capace veramente di trascinare chi gli stava vicino.
Luis Giampietri era nato a Bellavista, Callao (il principale porto del Perù, quasi una enclave genovese), nel 1940, da famiglia italiana emigrata da Sant’Ilario d’Enza, comune emiliano tra le province di Reggio Emilia e Parma con il quale ha sempre mantenuto i legami.
A soli 15 anni entrò come cadetto nell’ Accademia Navale del Perù dalla quale è uscito, nel 1960, con la nomina a sottotenente di fregata.
Durante il suo servizio nella Marina Peruviana si è specializzato in operazioni subacquee e salvataggio in mare per poi, forte di questa esperienza, essere nel 1975 il primo comandante ed il forgiatore più che fondatore della Forza di Operazioni Speciali della Marina (FOES), adottando il modello dei nostri incursori e mantenendo stretti contatti con la Marina Italiana, grazie alla vicinanza con due nostre Medagli d’Oro, rapporto che aveva ribadito e suggellato recentemente nell’ anniversario di fondazione delle FOES.
Ha rivestito diversi incarichi in unità e dipendenze della Marina in Patria ed all’estero. È stato per un certo periodo emarginato e praticamente esiliato, per essersi opposto apertamente, pur militare, alla dittatura del generale Velasco Alvarado, divenendo una figura carismatica delle F.A. che ebbe un riconoscimento quando assunse il Comando della Escuela Naval (l’Accademia Navale Peruviana) e successivamente – catturato anche per quanto rappresentava nella vita pubblica – divenne l’esempio, la dimostrazione che non è necessario cedere al terrorismo.
Come tutti gli appartenenti alle FFAA peruviane, in un tragico periodo che minò la convivenza civile del paese, non chiese previlegi ed accompagnò i suoi uomini, la sua gente, partecipando attivamente in operazioni contro il terrorismo ed il narcotraffico, nel momento in cui il paese era diventato in pratica il laboratorio dei collegamenti tra queste due forme di violenza, con la soggezione, lo sfruttamento e la violenza sulle popolazioni rurali
Concluse la sua carriera navale nel 1995, con l’incarico di Capo di Stato Maggiore Generale della Marina de guerra del Perù.
Dal 1996 al 2000 ha ricoperto l’incarico di Presidente del Consiglio Direttivo dell’IMARPE, Istituto del Mare del Perù, fondamentale per l’ economia del Paese, che dal mare ricava le sue principali risorse, facendone uno dei centri di ricerca e studio del mare più importanti a livello mondiale, di particolare rilevanza per la collaborazione con il corrispondente Istituto Giapponese per la salvaguardia dell’Oceano Pacifico.
Un vero precursore della protezione dell’ ambiente e della vita marina, della regolazione dello sfruttamento delle risorse, alfiere dell’ambientalismo sostenibile, ben vent’ anni prima che questi argomenti diventassero di moda, ancora oggi era considerato un’autorità sul tema, chiamato ad esprimersi a livello internazionale.
Nel dicembre del 1997 fu preso in ostaggio per 126 giorni, con altre numerose persone, dal gruppo terrorista MRTA (Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru) nella residenza dell’Ambasciatore del Giappone a Lima
Come bersaglio, ancor più che ostaggio, assunse una posizione di rilievo per organizzare e proteggere gli ostaggi in quello che può ritenersi uno dei più lunghi e rischiosi rapimenti politici della storia, ed ebbe un ruolo fondamentale nell’operazione di liberazione dei suoi stessi compagni di prigionia, denominata “Chavín de Huántar”.
Un’operazione oggi punto di riferimento e di studio, come uno dei pochi casi in cui si riuscì a salvaguardare la vita degli ostaggi.
Nel 2007 ha pubblicato il volume 41 Seconds to Freedom (41 secondi per la libertà), in lingua inglese e nel 2009 una versione in giapponese dello stesso libro, in cui racconta la sua esperienza come ostaggio.
Praticamente per acclamazione popolare, per la sua popolarità nel suo quartiere/città di origine, da cui non si è mai staccato (El Callao, tra l’ altro nucleo della prima immigrazione italiana) dal 1998 al 2002 è stato Governatore della Municipalità Metropolitana di Lima (in pratica un “super sindaco” – per elezione – dell’area dove è concentrata e risiede la grande maggioranza di tutta la popolazione peruviana).
La sua riconosciuta buona amministrazione e l’aumento continuo della sua popolarità ed accettazione popolare, lo portarono nel 2006 ad essere eletto, come indipendente, parlamentare per la Provincia Costituzionale del Callao, in una posizione che ottenne l’appoggio delle componenti più progressiste, coinvolte e conquistate dagli indirizzi sociali della sua amministrazione municipale.
Dal 2006 al 2011, sempre come indipendente e per elezione, assunse la carica di Primo Vicepresidente della Repubblica del Perù, assumendo di fatto il ruolo di garante – al di sopra delle parti – del mandato socialdemocratico del periodo.
In questo ruolo, con deleghe di politica estera, è stato protagonista nella tessitura di nuove alleanze e della proiezione internazionale del paese, ricoprendo tra l’ altro l’incarico di Presidente della Commissione Straordinaria di Alto Livello per il Foro del Pacifico, dove – al termine del suo lungo mandato – ha continuato a rivestire a carattere personale un ruolo non solo onorifico di garante, con espliciti riconoscimenti da parte di Cina e Giappone.
Nel Parlamento è stato membro delle commissioni di Pesca e Intelligence, ricoprendo ruoli in varie commissioni, sino all’ultimo della Commissione Difesa.
Acquisì con grande orgoglio la cittadinanza italiana, grazie alla legge per la doppia cittadinanza nei confronti di discendenti diretti di cittadini italiani.
In un paese travolto, non scosso, dalle conseguenze di una guerra civile, con personaggi provenienti da schieramenti tradizionali spesso macchiati da casi di corruzione, con gli stessi Presidenti della Repubblica toccati da casi di corruzione ed addirittura condannati a pene detentive, la sua persona è sempre emersa come riferimento nazionale e non è stata mai toccata da nessun sospetto, neppure di collusioni con poteri oscuri o influenze straniere, caratteristiche degli ultimi due decenni
Il suo carisma e la sua rilevanza come figura di riferimento democratico, anche come garante dell’equilibrio tra potare civile e militare, lo ha reso spesso bersaglio di attacchi da parte di opposti estremismi.
La sua figura ha resistito ad ogni tentativo di forze antagoniste ed internazionali, contigue ai movimenti terroristici, di macchiare il suo operato, ed è risultata integra ed inattaccabile, anche al vaglio di commissioni internazionali di inchiesta malgrado il prolungarsi strumentale di ogni tipo di attacco e violenza che minarono gravemente la salute della sua adorata consorte, ebbe nel luglio 2019 un ulteriore meritato riconoscimento da parte del Governo e del Parlamento in plenum, quale “Eroe del Perù” in un contesto politico che non si può certo definire contiguo o solidale con amministrazioni precedenti.
Un grande peruviano, ma soprattutto un italiano di cui essere fieri.
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