Nota della redazione

Ringraziamo l’amico Incles per avere condiviso queste belle immagini della portaerei Cavour atterrata a La Spezia il 17.04.2024.

Golfo di La Spezia 17.04.2024

Il sole si era da tempo celato dietro il Monte Parodi – che guarda la città con aria truce e insieme protettiva, il pendio maculato di verde novello e butterato di vecchie piazzole per batterie – quando appare oltre diga, nell’ombra incipiente, una sagoma nota e imprevista: il Cavour.

Qui ha conosciuto il mare, qui il mare lo riporta. Lo agguantano i rimorchiatori e – altro imprevisto – lo sospingono all’accosto in fregio alla Calata Paita, la più antica del vecchio Porto mercantile, quando era piccolo e perfino gradevole alla vista per chi passeggiasse sul molo.

La freccia rossa indica la banchina dove è stato ormeggiato il Cavour per questa breve sosta spezzina

La maggior parte dei traffici erano il greggio e le benzine che andavano e venivano dalla grande raffineria della Shell attraverso diverse condutture dedicate.

Sovrastava la banchina il massiccio complesso dei silos gestiti dalla Ferruzzi, serviti da un imponente fascio di binari, con il corredo di poderose sbuffanti vaporiere.

Ora non è rimasto nulla di quelle infrastrutture e del connesso andirivieni e il cosiddetto “primo bacino” è in larga misura poco attivo, avendo ceduto rango e lavoro alle nuove realtà dello scalo, ripetutamente ampliato a levante.

Agli albori degli anni settanta (ma potrei sbagliarmi di qualche anno) un potente ministro in visita chiese esterrefatto come si poteva chedere di dare importanza (quello che in effetti stavamo rivendicando) ad uno specchio acqueo che assomigliava ad un catino.

Gelo improvviso; per fortuna un pranzo di prima classe fece poco dopo tornare il sereno.

La portaerei francese Foch a La Spezia (Crediti immagine Giorgio Ghiglione via Navi e Armatori)

La frusta banchina oggi lavoricchia con qualche contenitore e, trascorsi alcuni lustri fra una luminosa idea e l’altra, pare ormai avviata ad una ristrutturazione importante (nuovo molo per le navi da crociera, restituzione alla città di porzioni del waterfront, attività commerciali e via andare).

A dire il vero, sempre che il vero abbia un qualche valore, il Cavour non è stata la prima portaerei che abbia passato la notte appoggiandosi a Calata Paita.

Nell’ottobre 1997 si ormeggiò alle vecchie bitte il Foch, ormai alla fine del suo impegno nella Marine Nationale.

Per i nostalgici dei tempi andati segnalo una foto dovuta a Giorgio Ghiglione relativa a quell’accadimento.

Non ho più l’inclinazione a pormi domande oziose, né a fare ricerche inconcludenti. I fondali sono adeguati e dove passi la notte la nostra ammiraglia poco importa, purché la passi bene e io possa rimirarla dalla finestra di casa.

Il giorno dopo ha fatto rotta diretta per il varco di ponente e l’ho persa di vista all’orizzonte. Ponte di volo apparentemente sgombro di velivoli (ma potevano esservene nell’hangar) e, sembra, anche di persone.

Buon vento.

Incles

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