Porto Garibaldi non è solamente un approdo sicuro, nell’alto Adriatico, per motopescherecci e natanti da diporto. La sua posizione geografica gli ha infatti consentito di assumere, nel tempo, importanti funzioni sia come sbocco a mare dell’idrovia ferrarese – attraverso il canale navigabile che mette in comunicazione il Po all’altezza di Ferrara con il mare – sia come linea di comunicazione con le valli di Comacchio.

Quest’opera, di rilevanza strategica per lo sviluppo economico dell’area, non ha mancato di avere ricadute anche sull’equilibrio naturale della zona.

I moli foranei, inseriti all’interno del paraggio costiero che va dalla foce del fiume Reno a quella del Po di Volano, ostacolano infatti il flusso di sedimenti sabbiosi che interessa, prevalentemente in direzione sud/nord, quel tratto di litorale determinando un significativo avanzamento della spiaggia del “Lido degli Estensi” ed un  importante arretramento della stessa da Porto Garibaldi sino al “Lido di Volano”, dovuto da un lato al mancato naturale rimpascimento e dall’altro ai fenomeni erosivi che interessano l’area a nord del canale.

Per evitare l’insabbiamento dell’imboccatura del porto e favorire l’atterraggio in sicurezza, sono stati realizzati, nel corso degli anni, numerosi interventi. Uno dei più importanti ha interessato, nel 1979, il molo sud a ridosso del quale venne costruita una “diga” foranea in massi, denominata “Scirocco”, che sopravanza l’originario molo di circa 270 m.

La planimetria evidenzia l’area interessata dalle ultime opere di dragaggio (v. progetto preliminare di dragaggio del maggio 2015)

L’effetto protettivo garantito da questa barriera artificiale oggi si è completamente esaurito e un nuovo prolungamento dei moli non appare né utile né consigliabile in quanto contribuirebbe a ridurre l’insabbiamento del fondale solo per un breve lasso di tempo.

Al fine di contrastare il fenomeno sono stati quindi posti in essere, tra il 1997 e il 2017, numerosi interventi di dragaggio. L’aumento del flusso di materiale sabbioso nell’area sembra tuttavia aver progressivamente reso meno efficacia anche questa soluzione soprattutto se si considera che, negli ultimi anni, a fronte di un progressivo aumento del materiale dragato non è corrisposta una maggiore durata dei suoi effetti benefici.

Questo fenomeno naturale di insabbiamento del passo marittimo, molto insidioso per gli operatori portuali, grava, gli enti pubblici deputati a mantenere i fondali idonei alla navigazione, di significativi costi: tale circostanza, forse, richiederebbe la valutazione di nuove soluzioni a medio-lungo termine.

Nel luglio del 2017 le opere vennero affidate alla società S.L.I. Mar. S.r.l. che impiegò la draga Nicola Z di cui pubblichiamo, in calce a questo articolo, i dati tecnici noti e una galleria di immagini.

Storia (dati aggiornati al 21.10.2018)

Nome: Nicola Z
Armatori: S.L.I. Mar. S.r.l.
Cantiere costruttore: Cantieri Navali Vittoria di Adria
Anno di costruzioni: 1998
Bandiera: Italiana
Numero IMO: 9200043
Call Sign: IFUZ
Matricola: 3390 di Chioggia

Eventi significativi: – –

Dati tecnici

Tipologia: Motonave adibita a draga
Lunghezza complessiva: 62,68 m
Larghezza massima: 9,55 m
Altezza: 3 m
Capacità: 700 metricubi
Pescaggio a vuoto: 1.40 metri
Tonnellate di stazza lorda: 480,92
Apparato motore: 2 motori Diesel da 750 cv ciascuno
Propulsione:
Equipaggio: da 4 a 6 uomini (comandante, motorista e 2 marinai)
Escavatore: modello Liebherr 873 (idraulico a corde)

  • benna da scavo da 7 mc
  • impianto idraulico che aziona alcuni motori vibranti posti nella benna, che hanno la funzione di rompere e smuovere i terreni più duri e più difficili da dragare
  • benna a polipo per il carico, lo scarico e la messa in opera di pietrame di varia pezzatura

La M/n Nicola Z è dotata di 2 pali di ormeggio (uno a prora e uno a poppa), movimentati da un sistema di verricelli elettrici, e di un sistema GPS che le consente, in fase di dragaggio, di individuare esattamente la propria posizione e quella della benna rispetto alla planimetria di scavo. La plancia di comando e gli alloggi sono dotati di un impianto telescopico a pistoni che consente di regolarne l’altezza rendendo possibile il passaggio sotto ponti o altre infrastrutture basse una caratteristica che rende la nave idonea anche a lavori fluviali.

 


Note

1 A titolo meramente esemplificativo e senza pretesa di esaustività si possono ricordare i seguenti interventi di dragaggio: nel 1997 la Dragaggi S.r.l., con la draga Gino Cucco e il moto pontone Dragonda, asporta 31.000 mc di sabbia; nel 2001 e nel 2007 vengono movimentati, rispettivamente, 36.000 mc e 32.500 mc di materiali; nel 2010 la ditta S.L.I. Mar. S.r.l., con la draga Fernando, asporta 100.000 mc di sabbia; nel 2014, a soli 4 anni distanza dal precedente intervento, vengono rimossi altri 80.000 mc di fondo.

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