In questi giorni così travagliati una buona notizia ci giunge dalle librerie italiane.  Francesco Mattesini infatti non solo ha dato alle stampe un nuovo lavoro dal titolo La decisione di Mussolini di occupare la Grecia ma ha anche provveduto ad una riedizione di due testi fondamentali, che ogni buon navalista dovrebbe possedere nella propria biblioteca: Punta Stilo e La Notte di Taranto.

Per quanto attiene a tali ultimi è bene precisare che non si tratta di semplici riedizioni ma di studi ampliati ed aggiornati.

Chi ha avuto la fortuna di stabilire un rapporto personale con Mattesini sa bene quanto questo autore sia esigente – prima di tutto nei confronti di se stesso -, conosce la sua propensione a non abbandonarsi ad autocompiacimenti e, soprattutto, la sua onestà intellettuale che lo porta a mettersi sempre in gioco, senza alcuna pretesa di offrire al lettore verità assolute.

Pur riservandomi una recensione dei volumi segnalati in separata sede mi preme anticipare che, ancora una volta, questo autore sembra offrirci delle opere esaurienti, documentate, equilibrate, in una parola autorevoli.

Sono quindi certo che queste “nuove” edizioni non deluderanno il lettore in un’epoca in cui la letteratura di settore, soprattutto nella nicchia dei navalisti, sembra, sempre più spesso, privilegiare un fantasioso revisionismo storico in danno di un’analisi compiuta e seria dei fatti: sotto tale profilo Mattesini è una garanzia, un bene prezioso da condividere e tramandare
anche perché può considerarsi quasi al pari di un testimone dell’epoca avendo potuto intrattenere rapporti diretti con i protagonisti delle vicende che narra, con cui si è confrontato sui suoi scritti sottoposti così al vaglio critico di chi la storia l’ha fatta e vissuta sulla propria
pelle.

In un mondo sempre più costellato da pseudo storici, spesso autoreferenziali e privi di formazione Mattesini si fa apprezzare perché non smette mai di ricercare, perché è capace di riconoscere i propri errori le rare volte in cui li commette, perché mantiene costantemente aggiornati i suoi testi ed il libro su Punta Stilo – la più controversa operazione della recente storia navale italiana – ne è una dimostrazione, è un’evidenza delle inquietudini e dell’apertura mentale dell’autore.

Chi non avesse mai letto questi volumi, penso soprattutto ai giovani appassionati che si affacciano al navalismo, si trova quindi di fronte ad un’occasione d’oro (ed è bene che si affretti a coglierla) ma anche chi ha studiato e possiede le precedenti edizioni non mancherà di apprezzare l’accurata opera di revisione e di integrazione compiuta dall’estensore.

Alla luce di queste premesse devo infine confessare la mia sorpresa nell’apprendere la scelta operata dall’Ufficio Storico della Marina Militare di privarsi di un così valido autore con cui, per anni, ha mantenuto una felice e proficua collaborazione: l’augurio, per entrambi, è che le loro rotte si siano solo temporaneamente allontanate e possano presto tornare ad incrociarsi anche per non lasciare incompiuta l’opera, di grandissima utilità per gli studiosi, dedicata alla pubblicazione della “Corrispondenza e direttive tecnico-operative di Supermarina”, arrestatasi nel 2001.

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