In occasione dell’ottantesimo anniversario dello scontro di Capo Matapan, pubblichiamo delle brevi note modellistiche predisposte dall’amico Maurizio Maggi, che ringraziamo, relative alle variazioni intervenute, sugli incrociatori Zara, Fiume e Pola dopo l’entrata in servizio al fine di consentirne la realizzazione, a quanti fossero interessati, nel loro allestimento finale, risalente al marzo del 1941, ed un elenco dei modelli disponibili, attualmente in commercio, suddivisi per scala.
Gli incrociatori Zara, Fiume e Pola nel loro ultimo aspetto (marzo 1941):
Incrociatore pesante Zara:
Entrato in bacino a La Spezia per lavori a metà novembre 1940 e uscito nei primi giorni di dicembre, apportò le seguenti modifiche:
- L’alberetto che partiva dalla coffa sull’albero di maestra venne ribassato di circa 10 m e gli indicatori della barra del timone (pallone rotondo a sx e a rombo a dx) vennero spostati sui pennoni della coffa, uno per lato. La stessa modifica era stata già operata sull’incrociatore Gorizia.
- Gli obici illuminante da 120 mm, presenti sui due lati dell’unità, vennero spostati dal ponte di coperta su delle piazzole ai lati della torre sopraelevata di prora.
Incorciatore pesante Fiume:
Entrato in bacino a La Spezia il 12 dicembre 1940 per grandi lavori dopo lo scontro di Capo Teulada apportò le seguenti modifiche:
- Alberetto che partiva dalla coffa sull’albero di maestra venne ribassato, come sullo Zara;
- Anche gli Obici illuminanti da 120 mm, presenti sui due lati dell’unità, vennero spostati come sullo Zara;
- L’unità uscì dal bacino con uno schema mimetico sperimentale a macchie irregolari. Le macchie applicate sul grigio-cenerino chiaro risultavano di un grigio azzurro scuro . Purtroppo, se si esclude una fotografia scattata a Taranto, fuori fuoco e molto confusa, che ritrae il solo lato destro, peraltro con una betta affiancata che copre parte dello scafo, non esiste documentazione che consenta una ricostruzione precisa dello schema applicato.
E’ utile ricordare che due furono le unità ai lavori a cui venne applicato uno schema mimetico sperimentale: il Fiume e il Duca D’Aosta. L’Aosta ebbe uno schema a spina di pesce, successivamente ripreso anche sul Vittorio Veneto e sul Littorio, a due colori (grigio verdino chiaro e grigio azzurro scuro) e con il lato di dritta uguale al lato di sinistra.
Alla luce di tali dati si può ipotizzare che lo schema mimetico del Fiume presentasse le stesse caratteristiche ma, come anticipato, allo stato non vi sono elementi che possano confermare tale tesi.
Incrociatore pesante Pola:
Il Pola, entrato in bacino a Napoli il 16 dicembre 1940 per riparare i gravi danni subiti per il bombardamento aereo del porto di Napoli del 14 dicembre 1940, ne uscì senza modifiche evidenti.
I modelli disponibili sul mercato degli incrociatori Zara, Fiume e Pola
Scala 1:700
Attualmente, purtroppo, non sono disponibili modelli in plastica o in resina in questa scala. Per diversi anni la Delphis Models, una ditta artigianale romana, ha prodotto e mantenuto in catalogo tutti e quattro gli incrociatori della classe Zara: i modelli venivano venduti in configurazione waterline e stampati in
resina.
Scala 1:400
Nella scala 1:400 è possibile reperire tutti e quattro gli incrociatori pesanti della classe Zara (Zara, Fiume, Pola e Gorizia) prodotti dalla Tauro Models che ha acquisito dei vecchi stampi risalenti alla fine degli anni 70’ e mai aggiornati. I modelli sono in plastica, abbastanza ben fatti gli scafi e le sovrastrutture ma del tutto insoddisfacenti la maggior parte degli accessori: imbarcazioni di servizio, mitragliere AA , artiglierie secondarie, direzioni tiro principali e secondarie non sono assolutamente all’altezza di ciò che si produce oggi. Se venissero aggiornati potrebbero essere degli ottimi modelli.
Scala 1:350
La piacevole sorpresa degli ultimi anni è stata la produzione, da parte della ditta Trumpeter, di modelli di navi della Regia Marina. L’azienda cinese propone in catalogo, in aggiunta alle tre corazzate della classe Littorio, gli incrociatori Zara e Fiume. Dal prossimo mese di maggio potrebbe essere disponibile anche il Gorizia.
Zara
Lo Zara è, al contempo, bello e brutto. Cosa voglio dire? A fronte di parecchie cose fatte molto bene ci sono anche parecchi errori abbastanza gravi. Gli “sgusci” presenti sullo scafo, tipici dello Zara, del Fiume e del Gorizia, assenti sul Pola in quanto se ne era accertata l’inutilità, sono sbagliati. Sul torrione è evidente la mancanza della plancia ammiraglio e sul ponte, a prua, vanno corretti i portelloni di accesso all’hangar.
Sono infatti riprodotti come erano nel 1935 ma, quando le navi imbarcarono i RO-43, furono modificati. Un altro errore evidente interessa l’albero di maestra dove il corridoio che agevolava il passaggio dell’equipaggio da un lato all’altro è scoperto, quindi la tuga si interrompe per poi ricominciare fino alla virola della torre di grosso calibro n. 3: è quindi necessario modificare le parti e rendere continua la tuga.
Infine la forma data alle piazzole di poppa delle mitragliere binate Breda da 37/54, installate nel 1938 al posto del quarto complesso da 100/47, non può dirsi corretta.
Il modello, così come venduto, è quindi un ibrido tra la configurazione assunta dalla nave nel 1935 e l’allestimento successivo del 1940, richiedendo un discreto lavoro di modifica, diversamente, l’occhio di un modellista esperto, potrebbe coglierne immediatamente i numerosi difetti.
Fiume
Il modello del Fiume appare più preciso, pur presentando anch’esso gli errori, già segnalati, nella forma degli “sgusci” e delle piazzole di poppa delle mitragliere AA.
Pola
Il Pola è la vera nota dolente: uscito diversi anni fa, il kit della ditta cinese Hobby Boss, facente parte della galassia Trumpeter, purtroppo ricorda solo vagamente l’incrociatore Pola, rendendo necessario un pressoché totale rifacimento delle sovrastrutture e di molte altre parti.
Diversi modellisti, aperta la scatola, hanno preferito accantonarla e dimenticarla. Peccato perché il Pola, con il suo torrione simile a quello del Bolzano, definito dagli appassionati del settore “casa popolare” per via della sua forma e delle tante finestrature, meritava molto di più.
Maurizio Maggi
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