Nel pubblicare questo ricordo di Giorgio Giorgerini, inviatoci dall’amico Incles, rivolgiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, a tutti i suoi cari e a quanti, come noi, oggi avvertono il peso di questo lutto.
Giorgio Giorgerini non è più fra noi.
Resta la sua opera, amplissima, di storico, di studioso di strategia e di dottrina navale, che lo ha impegnato per l’intera vita. Ogni giudizio meditato sul complesso delle sue analisi e sulle sue visioni è da rinviare saggiamente a tempi e protagonisti futuri, ma resta indubitabile da subito la particolare grandezza ed articolazione del suo contributo di pensiero e l’apprezzamento per la mole ordinata e gigantesca del lavoro di ricerca, di riordino, di classificazione, di raccolta, di divulgazione.
Del mio concittadino (nato in realtà, se non erro, a Castelnuovo Garfagnana, terra toscana) mi restano il ricordo di poche formali conversazioni – brevi ed ormai lontane nel tempo – avvenute in circostanze più o meno pubbliche ed una consistente raccolta di pubblicazioni e volumi che ho sempre letto con particolare attenzione e rispetto, persino quando mi sembravano condivisibili solo in parte (sempre con l’idea, inespressa ma non irragionevole, di essere io in errore).
Tre lustri (abbondanti) ci dividevano: quanto basta per avere percorsi di vita non intrecciati dagli eventi quotidiani e convergenti solo nella passione per la storia navale (lui protagonista autorevole ed indiscusso, io lettore incontentabile fra i tanti).
Non ho contezza dei suoi esordi di scrittore, ma ho ancora fra le mie carte la rivista dove ho incontrato per la prima volta la sua firma (LE VIE DEL MARE dell’aprile 1957).
L’articolo reca il titolo “Il presente e il futuro dei programmi navali” e si inserisce in una discussione “impostata da Aldo Fraccaroli e Alfacanis” sui numeri precedenti della quasi neonata rivista, e presenta senza artifizi e cortine l’impronta netta della passione con la quale l’allora quasi ventiseienne autore svolgeva le proprie argomentazioni.
Una breve citazione da un altro articolo di sessant’anni or sono vale a dar conto dell’approccio che prediligeva: “Non è mia abitudine far prologo a quanto scrivo, perché amo troppo affrontare ogni questione d’impeto, senza girare intorno all’argomento, per spinoso che sia, trattarlo, nei limiti massimi consentiti dall’ambiente, senza veli, cercando di dire la verità oggettiva.”
Altro qui ed ora non serve aggiungere.
(Divagazione. Ho sempre pensato, senza riscontro alcuno, che Alfacanis fosse uno pseudonimo di Aldo Cocchia, e purtroppo temo che resterò senza conferme. Fine della divagazione).
Le riviste degli anni cinquanta avevano anche un tratto assai più familiare rispetto alle algide ed ipertecnologiche evoluzioni successive. Sfogliandone le annate ho trovato (più di mezzo secolo fa) un trafiletto nel quale si dava conto dettagliatamente del matrimonio di Giorgerini, evento sul quale mi taccio per rispetto della sacralità del privato, salvo per rammentare che uno dei testimoni dello sposo fu il direttore della rivista, Aristide Bosi, personaggio di rilievo nell’editoria navale di quegli anni.
Voglio chiudere queste noterelle andando senza indugio all’ultimo numero della rivista, che poi cesserà inopinatamente la pubblicazione, senza alcun preavviso per il popolo degli appassionati che la attendeva ansiosamente.
Correva il luglio 1960 quando in edicola apparve il n° 7 dell’anno V de LE VIE DEL MARE.
L’ultima pagina (e la penultima) – dedicate in questo caso agli incrociatori pesanti giapponesi – erano opera, come sovente accadeva, di un altro grande operatore della storia navale, Augusto Nani, fotografo di rango, storico e disegnatore di rara abilità, anche lui scomparso non molto tempo fa (rettifico: a me sembrava ieri, ma son già passati tre anni), che con Giorgerini ha condiviso un lunghissimo, intenso e fecondo percorso professionale.
All’interno del fascicolo, ultimo della sua specie, risaltava anche una pagina dedicata ad una sorta di filiazione, ad un rito di riconoscimento fra il più importante e famoso degli almanacchi navali mondiali e il nuovissimo “Le Marine militari nel Mondo”, che, uscito come supplemento della rivista, a cura di Giorgio Giorgerini e Augusto Nani, sarà il progenitore di quell’ALMANACCO NAVALE che, pubblicato con cadenza quasi sempre biennale, ci ha accompagnato come strumento affidabile e completo di consultazione sino al 2010.
Ecco la copia della pagina (spero allegandola di non violare diritti di alcuno) che ha il pregio di mostrarci nella foto di rito un Giorgerini nel pieno della gioventù insieme a Raymond V.B. Blackman, storico editore del “Jane’s Fighting Ships, (ambedue con cravatta a farfalla come d’uso in quegli anni lontani).
Grazie di tutto.
Incles
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